Il termine adolescenza è utilizzato in psicoterapia in due accezioni:

Come una fase cronologica di non breve durata compresa tra la pubertà e la maturità.
Come modalità di comportamento a cui ricorre la mente, (caratterizzata da incertezze, ansia per il futuro, irruzione delle pulsioni sessuali, bisogno di rassicurazione e insieme di libertà,) più volte nell’esperienza della vita.

In entrambe le accezioni il motivo conduttore è rappresentato dal concetto di trasformazione che comporta quindi grandi mutamenti.
Sul piano sessuale l’adolescente registra una trasformazione fisica evidente che comporta il congedo dal proprio corpo infantile e l’identificazione con un nuovo ruolo sessuale.

Ansie, tensioni, inibizioni, frustrazioni ma anche esaltazioni, slanci, fantasie e progettazioni, sono gli ingredienti di questa trasformazione che porta all’abbandono progressivo delle figure protettive precedenti per acquisirne altre, più nuove, stimolanti, non più genitoriali. Questo passaggio non è privo di fatica e di rischi per l’equilibrio e si realizza in un arco di tempo misurabile in anni. Esso è attraversato da paure di essere abbandonati, episodi di regressione, perdita di punti di riferimento familiari finora rassicuranti, etc.

Da qui nasce il bisogno di isolamento, il rifiuto di un mondo non più rispondente alle sue esigenze, la ricerca di nuovi punti di riferimento più attuali e vicini a ciò che la società si aspetta da lui( gruppo dei pari, il fidanzato/a, altri adulti con cui interagire, le prove da superare sia concrete che simboliche per divenire grandi). Questo passaggio riesce più o meno felicemente in base alle soluzioni che sono state date nell’infanzia all’interno della famiglia ai problemi di sicurezza-insicurezza, dipendenza-indipendenza, paura-coraggio.

Ma l’abbandono del contesto familiare e l’impossibilità di realizzare immediatamente le proprie aspirazioni creano per l’adolescente quella sensazione di marginalità (non sempre di emarginazione) e che può tradursi in disagio più o meno manifesto e/o in atteggiamenti contrastanti con le regole sociali.

In alcuni casi i cambiamenti tipici di questa fase evolutiva portano con sé quote di sofferenza difficilmente tollerabili.
Ecco che possono presentarsi fenomeni di:

  • Comportamenti aggressivi (bullismo, partecipazione a gruppi omofobi e/o razzisti etc.)
  • Brusco calo del rendimento scolastico e oppositività verso la scuola
  • Eccessiva labilità emotiva e fragilità
  • Comportamenti alimentari insani (diete troppo rigide o al contrario appetiti incontrollati che possono generare forme di anoressia o di bulimia)
  • Preoccupazione eccessiva per l’immagine corporea
  • Forme di autolesionismo più o meno marcate
  • Rifugio in dipendenze da social-network, fumo, alcool, sostanze stupefacenti
  • Comportamenti sessuali seduttivi, promiscui e spregiudicati
  • Forme di devianza trasgressiva (atteggiamenti provocatori ed esibizionistici)
  • Ognuno di questi comportamenti se prolungato nel tempo può alimentare serie difficoltà di relazione col gruppo dei pari, isolamento sociale, depressione, difficoltà nella ricerca della propria identità sessuale e anche comportamenti antisociali.
  • Per tutti questi motivi il supporto di uno psicoterapeuta e sessuologo può essere fondamentale per affrontare e promuovere una risoluzione sana dei conflitti interni e sociali dell’adolescente aumentando la consapevolezza dei propri bisogni soggettivi e la capacità di regolazione del proprio mondo emotivo e di relazione col mondo esterno.